Palazzo Orsini
Palazzo Orsini deve il suo nome alla famiglia che dal Medioevo al 1626 fu in possesso del feudo di Monterotondo. Con il matrimonio nel 1469 fra Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini del ramo di Monterotondo si avvia l’ingentilimento del Palazzo, le cui stanze vengono affrescate da importanti artisti del Tardo Rinascimento come Girolamo Siciolante da Sermoneta, appartenente alla cerchia della scuola di Raffaello, o Paul Bril. Quattro sono le sale affrescate ancora visibili: provenendo dall’Aula Consiliare si incontrano nell’ordine la Stanza dei Paesaggi, la Stanza di Adone, la Stanza delle Cacce e infine nel lato Nord la Galleria Barberini.
Si deve alla bottega di Paul Bril e presenta paesaggi disseminati di rovine architettoniche, che fanno da specchio alla crisi che a cavallo tra Cinquecento e Seicento vive la famiglia Orsini e l’Italia tutta. Il soffitto ligneo a cassettoni che copre la Sala presenta un disegno innovativo ed è arricchito da trofei di armi turche che ricordano le numerose spedizioni contro i turchi a cui molti dei membri della famiglia Orsini parteciparono in quegli anni.
Catalogo generale dei Beni Culturali.
La sala racconta gli amori e la morte dell’eroe e fu affrescata da Siciolante da Sermoneta, allievo di Perin del Vaga, e rappresentante della Scuola di Raffaello di seconda generazione. Nel fregio che si snoda lungo le quattro le pareti sono rappresentate scene della vita di Adone, intervallate da figure di divinità (Venere, Minerva, Diana e la dea Madre) che esaltano la bellezza e il vigore della natura. Nei mascheroni agli angoli si trovano probabilmente ritratti i giovani volti di esponenti della famiglia Orsini.
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E’ dovuta con certezza alla mano di Paul Bril: il monogramma con la montatura degli occhiali, scoperto grazie ad un restauro del 1979, ha permesso non solo di attribuirne la paternità al pittore fiammingo (bril vuol dire occhiali in olandese) ma anche di individuare la data degli affreschi, il 1581. Entrando in questa Stanza siamo completamente immersi in un’atmosfera campestre che fa da cornice all’attività prediletta dalle famiglie nobili del tempo: la caccia. Le pareti diventano “finestre sul mondo”, sfondamenti prospettici all’interno dei quali si estendono paesaggi immaginari e dall’atmosfera quasi fiabesca, tra cui si può apprezzare la più antica veduta di Monterotondo.
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E’ conosciuta anche come Galleria del Tempo per via delle personificazioni del tema dipinte nella volta, che le ultime attribuzioni legano al nome dell’artista romano Michelangelo Ricciolini. Con i suoi colori chiarissimi e gli spazi leggiadri lascia respirare a pieno l’atmosfera dell’epoca barocca, quando i Barberini subentrarono alla famiglia Orsini. All’interno della sala, si può ammirare l’incantevole tela della Sacra Famiglia della Cascata, opera recentemente attribuita a Ridolfo del Ghirlandaio, figlio del celebre Domenico.
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